La storia della tomba di Alessandro è la
storia di un'avventura. Districare le
infinite leggende dai fatti,
interpretare le fonti storiche, lacunose e contraddittorie, addentrarsi
nel mito equivale a muoversi verso "una meta enigmatica e sfuggente come
i miraggi del deserto". Con l'affermarsi del cristianesimo, infatti, il
sepolcro di Alessandro, eretto nella città che portava il suo nome e
oggetto di venerazione e visite continue per sette lunghi secoli, in
pochi anni cadde nell'oblio. Forse per cause naturali o eventi bellici,
forse per una sorta di damnatio memoriae, forse per tutte queste ragioni
insieme, di esso si perse ogni traccia. Tuttavia su Alessandria
continuò ad aleggiare il fantasma del suo fondatore, che riprese vigore a
partire dalla campagna napoleonica in Egitto, da quando cioè molti
archeologi e una serie di avventurieri e cacciatori di tesori, ma anche
tante persone comuni, si sono cimentati nell'impresa di ritrovare il
corpo del più grande condottiero di tutti i tempi. Inseguendo un mito e
un'illusione sorti con la morte stessa dell'eroe invincibile, del
giovane dal carisma ineguagliabile, incarnazione dello splendore e della
ferocia e delle diverse contraddizioni del genere umano. "L'illusione
che, qualora arrivassimo un giorno e per assurdo a toccarlo, potremmo,
chissà, finalmente capire."
Il mio nome è Nessuno-il ritorno di Valerio Massimo Manfredi
Ci sono voluti dieci anni
ininterrotti di guerra, di sangue e di strazio per sconfiggere i
Troiani. Ora Odysseo deve rimettersi in viaggio con i suoi uomini per
far ritorno a Itaca. E riprende la lotta, la sua sfida a tutto e a
tutti. Ad attenderlo, imprese spaventose, prove sovrumane, nemici
insidiosissimi come il ciclope Polifemo, i mangiatori di loto, il fiore
che dà l'oblio, e poi la maga incantatrice che trasforma gli uomini in
porci, i mostri dello Stretto, le Sirene dal canto che uccide. Dovrà
raggiungere i confini del mondo, evocare, come uno sciamano, le ombre
dei morti dall'aldilà, finire su un'isola misteriosa dove una dea lo
accoglierà e lo terrà prigioniero fra le sue braccia per sette lunghi
anni... Poi, finalmente, il ritorno. Il giorno del sole nero, il giorno
della vendetta.
Dopo aver cantato la formazione dell'eroe, Valerio Massimo Manfredi
dà voce nuova al viaggio più avventuroso e affascinante di tutti i
tempi. E osa guardare verso l'orizzonte su cui i più grandi poeti si
sono interrogati nei secoli: l'Ultimo Viaggio. È mai davvero morto il re
di Itaca, il figlio di Laerte, l'eroe vagabondo?
Il tiranno di Valerio Massimo Manfredi
Sicilia, 412 a.C.: comincia il duello infinito fra un uomo e una superpotenza. L'uomo è Dionisio di Siracusa. La superpotenza Cartagine, signora dei mari e megalopoli mercantile. Dionisio, poco più che ventenne, combattente intrepido dell'esercito siracusano, è costretto ad assistere allo spaventoso massacro di Selinunte, splendida città greca al confine con la provincia cartaginese. Lo sdegno e la rabbia alimentano in lui tre ferree convinzioni: le democrazie sono inefficienti, i cartaginesi sono i mortali nemici dell'ellenismo e devono essere sradicati dalla Sicilia; l'unico uomo in grado di condurre a termine una tale impresa è lui stesso.Inizia così l'avventura di un uomo che costituì il più grande esercito dell'antichità ed edificò in pochi mesi la più ampia cinta muraria mai vista. Ma anche di un uomo che fu drammaturgo e statista, pieno di passioni e con una personalità energica e controversa.Ecco una storia che aspettava solo di essere raccontata. E nessuno poteva farlo meglio di Valerio Massimo Manfredi che regala ai suoi lettori un protagonista memorabile.
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